Vi devo confessare una cosa (e qui rischio di essere cacciato per sempre dalla Facoltà di Lettere): non sopporto Joyce*, non sopporto Proust e, francamente, se devo scegliere fra un intervento dal dentista e leggere Virginia Woolf, opto senza esitazione per il primo. Ho sempre avuto il sospetto che il sceneggiatore di Fahrenheit 451 – il film di Truffaut che dipinge una società in cui leggere è illegale e i libri vengono bruciati dai pompieri incendiari – fosse stato da adolescente sottoposto a letture forzate di Al faro.
Chiamatemi pure incolto, ma per me lo scrittore deve innanzitutto fare divertire il lettore. Rispetto pienamente il diritto dei filosofi di farsi orgie di sostantivi astratti – bè, a pensarci bene, forse non pienamente: in realtà, vorrei una legge che vietasse ai filosofi l’uso di più di un sostantivo astratto per paragrafo – ma le cose che amo io in un libro sono story, style e simplicity. Elenco qui sotto alcuni dei miei preferiti.
1) Il giovane Holden – JD Salinger. Libro rivoluzionario. Dall’inizio hai l’impressione che il narratore parla solo con te, e non puoi non ascoltare.
If you really want to hear about it, the first thing you’ll probably want to know is where I was born, and what my lousy childhood was like, and how my parents were occupied and all before they had me, and all that David Copperfield kind of crap, but I don’t feel like going into it, if you want to know the truth.
[Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com’è stata la mia infanzia schifa e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io, e tutte quella baggianate alla David Copperfield, ma a me non mi va proprio di parlarne.]
2) Post Office - Charles Bukowski. Immediato, grezzo, divertente. O lo odi, o lo ami subito.
“Look, Fay,” I said, “I know you want to save the world, but can’t you start in the kitchen.” “Kitchens aren’t important,” she said.
3) Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte – Mark Haddon. Una storia divertente e molto particolare raccontata in modo disarmante da un bambino che soffre di Sindrome di Asperger (una forma di autismo).
The policeman took hold of my arm and lifted me onto my feet.
I didn’t like him touching me like this.
And this is when I hit him.
4) Il lamento di Portnoy – Philip Roth. Racconta i tentativi di un ebreo americano di fuggire dall’oppressione psicologica della madre. Geniale, sconcertante. Fa ridere fino alle lacrime.
On the phone she is perpetually telling whoever isn’t listening on the other end about her biggest fault being that she’s too good. “You know what my biggest fault is, Rose? I hate to say it about myself, but I’m too good.” [...] These are actual words, Doctor, tape-recorded these many years in my brain. And killing me still!
5) Bulli e Pupe – Damon Runyon. Una serie di racconti divertentissimi ambientati a New York nel periodo del proibizionismo. Personaggi coloriti, stile unico.
...I look up and who is in front of me but Rusty Charley. Now if I have any idea Rusty Charley is coming my way, you can go and bet all the coffee in Java I will be somewhere else at once for [...] I wish no part of him. Furthermore, nobody else in this town wishes to have any part of Rusty Charley, for he is a hard guy indeed.
*Ritratto dell’artista da giovane è noioso, Ulisse non finisce mai, e come si fa a raccogliere tutta la droga necessaria per affrontare Finnegan’s Wake (anche il mio professore all’Università di Sheffield, esperto rinomato in materia, ammetteva di non essere mai arrivato alla fine di questo romanzo indecifrabile)? Non farvi ingannare da Gente di Dublino: è stato scritto da mio bisnonno, Jimmy Jarvis, che per modestia, e per paura di mia bisnonna, Savage, non ha mai voluto essere riconosciuto come il vero autore.
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6 comments:
io ci metterei pure un bel libro di R. Chandler, cosi fanno sei, o mezza dozzina che e' piu' elegante
COME PUOI PARLARE COSì DI "GITA AL FARO"?? MI SEI CALATO IN MANO.
rinnegare joyce con le tue origini, tsk!
comunque io aggiungerei "la versione di barney" di mordecai richler e "il professore va al congresso" di david lodge. o qualsiasi altra cosa di lodge, comunque.
tra l'altro, come se la varicella non fosse sufficiente, sono a corto di libri. tu immagina il dramma, avessi almeno rallentato la lettura di charlotte simmons.
Sun
Riguardo Joyce posso condividere, soprattutto dopo che la mia insegnate di inglese (sposata Giovanardi, ex ministro dei rapporti col Parlamento sotto l'ediga berlusconiana ed ora sottosegretario..) la Finnegan's Wake ce l'ha propinata, ma Proust?! Poverino, scriveva perchè nessuno lo volava come amico, tipo Leopardi, fa tenerezza!
Buona serata
Anonymous 1 - ottima scelta!
Anonymous 2 - sarei lieto di dover rivalutare la mia decisione di abbandonare Woolf. Se mi vuoi dare dei buoni motivi per farlo, ci rifletterò mentre sto dal dentista.
Sun, non dimenticare che chi ha rinnegato per primo le sue origini è stato Joyce.
D'accordissimo per Lodge.
Se non hai proprio niente da leggere ti posso mandare i primi capitoli di "The Thought Detectives" in forma elettronica.
Buona guarigione!
Anastasia, mi dispiace che hai avuto una malata di mente come insegnante d'inglese ("FINNEGAN'S WAKE" - WHAT WAS SHE THINKING OF????!!!). In Inghilterra nessuno studia Joyce prima dell'università.
Per Proust, mi sa che era proprio il fatto di non avere amici a rendere la sua scrittura così pesante e noiosa. Alla fine, poi, "le temps perdu" era mio, non suo.
"Goddam, thees hot wind make me dry like the ashes of love," the Russian girl said bitterly." R.C.
firmato Anonymous 1 aka l'anonimo dei gatti ;-)
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