Saturday 31 October 2009

Incontri ravvicinati del tipo giapponese

Sono le 9,37 di venerdì mattina e sono in ritardo. Ho le farfalle allo stomaco e sto sudando, ma fortunatamente non si vede il sudore perché, mentre percorro ad alta velocità Via Carulli, scoppia una di quelle tempeste tropicali che consistano non tanto di gocce quanto di colonne di acqua. Nel giro di 30 secondi, infatti, non sono più riconoscibile come essere umano e, all’angolo di Corso Cavour, vengo scambiato da un gruppo di turisti giapponesi per una fontana. Da sotto i loro ombrelli supertecnologici Suzuki, mi fanno le foto, sfogliano freneticamente le guide in cerca di informazioni sulla mia storia, e due di loro mi buttano delle monete addosso. All’improvviso mi viene lo starnuto. I giapponesi rimangono un attimo sbalorditi – evidentemente, a Tokyo e a Yokohama le fontane non si raffreddano – e poi cominciano ad emettere una serie di dittonghi improbabili che mandano in confusione una signora cieca ferma lì al semaforo ad aspettare il segnale acustico del verde. Se non fosse che sono così pieno di apprensione per l’appuntamento con il mio nuovo dentista, mi metterei a ridere.

Saturday 24 October 2009

The Dentist & the Frullatore

Da bambino, oltre alla possibile retrocessione dell'Everton, avevo paura solo di una cosa: andare dal dentista.

Il mio dentista, Mr Hertz, aveva i denti gialli, puzzava di marcio e possedeva una laurea in Sadismo Puro e Applicato. Usava accogliere le vittime offrendole la mano sinistra – la destra essendo impiegata per mandare su di giri il trapano - e ridendo come un maniaco appena scappato da un film vietato ai minori. Pregavo quotidianamente per la sua morte.

In realtà, non so che fine abbia fatto Mr Hertz. Sarà stato forse ricatturato dal regista di Evil, Crazy Bastards e rimesso nella sua gabbia, o può darsi che Dio abbia davvero esaudito le mie preghiere e il tipo sia finito all’interno di un enorme frullatore ridente. Non escluderei neanche l’ipotesi che sia semplicemente tornato a vivere a Glasgow. Comunque sia, Mr Hertz non è più il protagonista dei miei incubi (quel ruolo adesso spetta esclusivamente ai difensori dell’Everton), e io da tempo riesco a scrivere la parola “dentista” senza tr-tr-tremare. O quasi.

Sunday 4 October 2009

American Crazy

C’era una volta – e non solo nei giorni in cui dimenticava di prendersi la medicina – mio bisnonno Jimmy si dava a lunghi discorsi sull’antropologia. Io non avevo neanche sei anni all’epoca, e più che ai riti postprandiali delle tribù della Nuova Guinea mi interessava sapere quando sarebbe tornata la bisnonna dai negozi con il gelato. Alcune massime tipiche di Jimmy, però, mi sono rimaste impresse, forse perché lui costringeva me e mio fratello Two a ripeterle canticchiando davanti agli altri soci del “Guinness, Whiskey and Anthropology Club”, il quale, per la disperazione di mia bisnonna, si riuniva quattro volte a settimana nel salotto di casa loro.

La frase preferita in assoluto del bisnonno era: YANKS ARE CRANKS, una locuzione che riassumeva in tre parole la sua convinzione che tutti gli americani, senza eccezione alcuna, fossero pazzi. Secondo la sua teoria, questa follia collettiva dipendeva dal fatto che in secoli passati i paesi europei più illuminati avessero messo a disposizione ( “a disposizione forzata”, precisava Jimmy, ridendo) delle persone meno in possesso della salute mentale una flotta di navi più o meno in grado di raggiungere il Nuovo Mondo.

Mentre si ubriacavano, i soci del GWA Club cercavano di risolvere le perplessità derivanti dal fatto che mentre i criminali erano stati mandati verso est (in Australia), e i pazzi verso ovest (in America), tutti quelli che erano sia criminali che pazzi sono finiti in Scozia*. Io non sono mai stato in Australia, e quando vado in Scozia non scendo mai dal carro armato, ma per quanto riguarda gli Stati Uniti ho avuto diverse occasioni per mettere alla prova la tesi di Jimmy. E volete sapere una cosa? Forse non aveva tutti i torti.

Lasciamo perdere per il momento i sintomi più evidenti della demenza degli americani: il fatto che hanno eletto presidente per ben due volte non solo George W Bush ma anche Ronald Reagan (non so quanto ci convenga stabilire la scelta dei leader politici come criterio per giudicare la salute mentale di una nazione); il fatto che preferiscono American Football (that is NOT football, guys – you don’t even use your feet!); o il fatto che ritengono necessario scrivere sulla confezione dei tramezzini REMOVE BEFORE EATING (in un paese dove un ladro può fare causa al proprietario di una casa in cui lui – l’intruso – si fa male mentre saccheggia, è forse legittimo esagerare con l’auto-protezione legale).

No, lasciamo perdere tutto ciò e passiamo a Lake MacDonald nel Glacier National Park, Montana. Il posto è bellissimo: mentre aspetto la navetta che mi porterà su in montagna lungo una strada splendidamente intitolata “the Going-To-The-Sun Road”, guardo gli scoiattoli che giocano sui prati soleggiati davanti all’ufficio postale più piccolo del mondo. All’improvviso, uno degli scoiattoli sale su un palo che regge un’insegna informativa e, quando mi avvicino per osservarlo meglio, scappa. Così mi metto a studiare l’insegna: la mappa, i percorsi suggeriti, gli orari della navetta, le domande da fare agli altri visitatori al parco…Le domande da fare agli altri visitatori al parco? Ma ho capito bene? Rileggo con attenzione:

POSSIBLE QUESTIONS TO ASK OTHER VISITORS TO THE PARK WHILE YOU ARE WAITING FOR THE SHUTTLE BUS:

In effetti, segue un elenco di domande del tipo “Where are you from?” e “How long are you staying in the Park?” Non faccio in tempo a leggerle tutte perché in quel momento arriva la navetta. Salgo a bordo e mi siedo accanto ad una ragazza carina in tenuta da trekking. “Hi!” mi dice, sorridendo. “So, where are you from and how long are you staying in the Park?” La guardo negli occhi e mi rendo conto che non sta scherzando. Comincio ad avere paura: ma questi davvero sono matti da legare. JIMMY, AIUTAMI!


* Oronzo Oracolo, un mio amico di Bari Vecchia, invece, sostiene che quelli più psicotici e pericolosi in assoluto abbiano fondato una scuola per la formazione di politici in Padania.