E’ già difficile che sentire un ringhio ferino alle spalle mi possa procurare sensazioni di benessere, figuriamoci quando mi trovo impegnato – nel senso urologico della parola – davanti ad un orinale scozzese. Non potendo girarmi, mi metto a riflettere sull’ironia della sorte: che morirò prima o poi per motivi legati al consumo dell’alcool è un fatto ormai da tempo scientificamente appurato – non solo sono nato con un miscuglio letale di sangue irlandese e sangue inglese, ma ho anche da dimenticare sette anni di scuola da frati sadici laureati all’Inferno; eppure, qui mi trovo all’improvviso sul punto di perire non mentre verso quantità industriali di whiskey nel mio fegato ma al momento di espellere così tanti litri di birra con così tanta forza che rischio di vincere (postumo) il Premio Regina Madre per Disintossicazione Rapida.
Il ringhio si ripete e si avvicina mentre il fiume di birra – di fu birra, per essere preciso – si esaurisce. Mi giro e, man mano che il vapore si dissipa, comincio a discernere in mezzo a un groviglio di peli rossicci due occhi feroci e delle zanne giallastre attraverso le quali, insieme ad un alito pauroso, esce della schiuma di aspetto decisamente malsano.
"GGGGGRRRRRRRREEEUUUUUUGGGGGGHHHHHH!!!!!!!"
Rimango un attimo impietrito. Dai frati sadici ho imparato una serie di cose che loro definivano Fundamental Life Skills, tipo riconoscere un protestante a trenta metri, coniugare il verbo "pentire" in 37 lingue diverse, e come sopravvivere a lungo nel deserto senza acqua santa, ma non mi ricordo di aver mai studiato come fare in caso di attacco imminente da parte di un cinghiale incazzato.
"Sta dicendo che non dovevi farrre la passeggiata con la sua rrragazza."
Mi giro sconcertato. Vicino all'ultimo orinale la signora calvinista sta aggiustando il kilt, il che mi turba quasi quanto l'espressione di minaccia della bestia ansimante che mi trovo davanti.
"Ma lei da dov'è spuntata fuori, scusi? Non si è accorta di aver sbagliato bagno?"
"Qui non ci forrrmalizziamo perrr queste cose. Perrr le passeggiate con le fidanzate altrrruì, invece, abbiamo delle rrregole, delle usanze…."
"Ma mi sta dicendo che questa… cosa… è addirittura umana…?"
“E’ il frrratello della sposa.”
Riguardo con attenzione il cinghiale. In effetti, sotto la massa di peli anche lui indossa un kilt.
"E, quindi, quella bellissima ragazza con cui…" Mi viene in mente che soffermarmi sui dettagli della nostra gita nel bosco – non abbiamo più trovato degli huggis, ma in realtà non li abbiamo neanche cercati – possa risultare controproducente. “Non sapevo che era la…” Esito, indeciso: ad un essere del genere bisogna dare del lei?
"GGGGGRRRRRRRREEEUUUUUUGGGGGGHHHHHH!!!!!!!"
“…che era la tua fidanzata. OH DIO!” L’idea che la ragazza potesse aver permesso a questo campione regredito e ripugnante di fare anche lui delle gite nel suo bosco fa sì che gli antipasti matrimoniali comincino a tornarmi su per la gola. “CRISTO SANTO!”
“Figlio di Satana,” urla la calvinista, avvicinandosi minacciosa e puntandomi un dito contro. “Ha nominato il nome del Signore invano! Puniscilo!”
"GGGGGRRRRRRRREEEUUUUUUGGGGGGHHHHHH!!!!!!!"
L’uomo-cinghiale fa un passo in avanti e stende una zampa verso di me ma, prima che riesca ad afferrarmi, gli vomito abbondantemente addosso e lui indietreggia confuso. Mi giro e rigurgito quel poco che rimane degli antipasti sulla calvinista, poi esco dal bagno e mi dirigo verso l’Inghilterra.
Tuesday, 27 April 2010
Monday, 12 April 2010
Tifosi Inglesi: la Guida Indispensabile, Parte I
Manchester United
Secondo il WWF, il Man U Fan (diabolus ruber) è attualmente ad alto rischio di estinzione a causa di una virulenta malattia proveniente dagli Stati Uniti, la quale altera la sua naturale pigmentazione rossa, bianca e nera in una malsana giallo-verde. Diversamente da altri tifosi, il “Red Devil” è incapace di cantare, una caratteristica dovuta in parte alla sua propensione di pascolare, in prossimità del campo, sui tramezzini ai gamberetti. La specie si trova in tutte le zone del Regno Unito, ad eccezione del Merseyside, dove, a causa della sua costituzione genetica, non riesce a sopravvivere più di qualche ora .
Everton
Creatura nobile e intelligente, l'Evertonian (tifosus magnificus) si distingue per la sua passione, sportività e profonda conoscenza del calcio.
Manchester City
Da sempre oggetto di derisione e/o pietà, il sostenitore del City (sfigatus pateticus) è oggi in ripresa grazie ad un’iniziativa araba per la protezione di specie diversamente abili. Studi recenti indicano che l’inserimento di un gene argentino nel DNA dello Sfigatus può portare allo sviluppo di capacità di gioia precedentemente del tutto assenti. Secondo il parere di molti esperti, però, la messa a disposizione di enormi somme di denaro potrebbe non bastare per garantire il futuro di questo animale grezzo e incolto.
Liverpool
Facilmente riconoscibile per il culo spaventosamente sproporzionato, il tifoso del Liverpool (coglionus coglionus) è ormai molto ricercato non sola da turisti desiderosi di fotografare il caratteristico abbinamento dei colori della sua sciarpa con quelli del suo acne, ma anche da psicologi interessati a studiare i particolarissimi versi di lamentela che emette ogni 90 secondi durante i mesi invernali. Si nutre di rigori regalati, di briciole vecchie ricavate dalla memoria in decomposizione del genitore e di illusioni sulla propria importanza. Mentre da qualche anno in Europa continentale i branchi di "Liverpudlians" si avvistano sempre meno spesso, in Inghilterra – grazie agli interventi della Red Referees Association – continuano ad infestare molte zone, soprattutto nel nordovest del paese.
Secondo il WWF, il Man U Fan (diabolus ruber) è attualmente ad alto rischio di estinzione a causa di una virulenta malattia proveniente dagli Stati Uniti, la quale altera la sua naturale pigmentazione rossa, bianca e nera in una malsana giallo-verde. Diversamente da altri tifosi, il “Red Devil” è incapace di cantare, una caratteristica dovuta in parte alla sua propensione di pascolare, in prossimità del campo, sui tramezzini ai gamberetti. La specie si trova in tutte le zone del Regno Unito, ad eccezione del Merseyside, dove, a causa della sua costituzione genetica, non riesce a sopravvivere più di qualche ora .
Everton
Creatura nobile e intelligente, l'Evertonian (tifosus magnificus) si distingue per la sua passione, sportività e profonda conoscenza del calcio.
Manchester City
Da sempre oggetto di derisione e/o pietà, il sostenitore del City (sfigatus pateticus) è oggi in ripresa grazie ad un’iniziativa araba per la protezione di specie diversamente abili. Studi recenti indicano che l’inserimento di un gene argentino nel DNA dello Sfigatus può portare allo sviluppo di capacità di gioia precedentemente del tutto assenti. Secondo il parere di molti esperti, però, la messa a disposizione di enormi somme di denaro potrebbe non bastare per garantire il futuro di questo animale grezzo e incolto.
Liverpool
Facilmente riconoscibile per il culo spaventosamente sproporzionato, il tifoso del Liverpool (coglionus coglionus) è ormai molto ricercato non sola da turisti desiderosi di fotografare il caratteristico abbinamento dei colori della sua sciarpa con quelli del suo acne, ma anche da psicologi interessati a studiare i particolarissimi versi di lamentela che emette ogni 90 secondi durante i mesi invernali. Si nutre di rigori regalati, di briciole vecchie ricavate dalla memoria in decomposizione del genitore e di illusioni sulla propria importanza. Mentre da qualche anno in Europa continentale i branchi di "Liverpudlians" si avvistano sempre meno spesso, in Inghilterra – grazie agli interventi della Red Referees Association – continuano ad infestare molte zone, soprattutto nel nordovest del paese.
Tuesday, 6 April 2010
Disavventure di un inglese in Scozia - Parte I
La sposa era bella, il sole pure, ma mai quanto la ragazza che mi trovavo davanti: alta, bruna, senza trucco, aveva la pelle made in heaven e uno sguardo che avrebbe fatto sbavare lo Spirito Santo.
“Gheueeeedddduuuuuurrrrrrrhhha,” disse il cameriere, inarcando in due punti il sopracciglio fino a farlo arrivare oltre la sua bassissima fronte e sparire sotto la zazzera. Convinto che stesse per espettorare, coprì istintivamente il piatto di zuppa davanti a me.
“Le sta chiedendo che cosa desidera come primo,” spiegò la signora seduta alla mia sinistra. “E’ la prima volta che lei viene in Scozia, vero?”
“Desidero la signorina. Senza contorno. Quindi se gentilmente può sgomberare il tavolo sia di piatti che di persone…” Per non incoraggiare troppo la coppia calvinista sulla mia destra (erano già venti minuti che parlavano della “depravazione totale” e della “redenzione limitata” – redenzione limitata: ma non vi vergognate, volevo chiederli, a costringere pure il vostro dio a essere tirchio?), risposi non ad alta voce.
“Dovresti assaggiare l’huggis,” intervenne la ragazza, fissandomi con occhi scuri come la cioccolata fondente. Aveva una voce che faceva fondere me.
“Intendi l’haggis? Ti ringrazio del consiglio ma sono allergico all’interiora ovina.”
“No. Qui nello Strictshire non ci sono pecore…”
“Le pecorre sono le prrogenie del demonio,” spiegò uno dei calvinisti. “Siamo stati costrretti a eliminarrle dalla nostrra terrra.”
Guardandomi con diffidenza, come se avesse il sospetto che anch’io fossi una specie di bestiame immorale, sua moglie annuì con veemenza: “Abbiamo purrrgato la contea sia di pecorrre che di inglesi. A proposito di stranierrri, lei da che parrrte dell’Irrrlanda viene?”
“Dell’Irlanda? Ma io sono di Liv…” Il piedino che mi arrivò sotto il tavolo fu accompagnato da una scrollata quasi impercettibile della testa da parte della ragazza. “Di Li…Li…Li…Limerick.”
Cazzo, pensai, spero che adesso non mi chiedano altro in merito. I verbi “eliminarre” e “purrrgarrre” cominciavano a fare un brutto eco nella mia testa.
“Portagli un piatto di huggis,” disse la ragazza al cameriere, alzandosi. Mi sorrise e, prima che io riuscissi a raccogliere i pochi frammenti di ragione che non mi si erano sciolti, mi prese la mano. “Viene con me,” sussurrò. “Ti faccio vedere da dove viene l’huggis.”
“Gheueeeedddduuuuuurrrrrrrhhha,” disse il cameriere, inarcando in due punti il sopracciglio fino a farlo arrivare oltre la sua bassissima fronte e sparire sotto la zazzera. Convinto che stesse per espettorare, coprì istintivamente il piatto di zuppa davanti a me.
“Le sta chiedendo che cosa desidera come primo,” spiegò la signora seduta alla mia sinistra. “E’ la prima volta che lei viene in Scozia, vero?”
“Desidero la signorina. Senza contorno. Quindi se gentilmente può sgomberare il tavolo sia di piatti che di persone…” Per non incoraggiare troppo la coppia calvinista sulla mia destra (erano già venti minuti che parlavano della “depravazione totale” e della “redenzione limitata” – redenzione limitata: ma non vi vergognate, volevo chiederli, a costringere pure il vostro dio a essere tirchio?), risposi non ad alta voce.
“Dovresti assaggiare l’huggis,” intervenne la ragazza, fissandomi con occhi scuri come la cioccolata fondente. Aveva una voce che faceva fondere me.
“Intendi l’haggis? Ti ringrazio del consiglio ma sono allergico all’interiora ovina.”
“No. Qui nello Strictshire non ci sono pecore…”
“Le pecorre sono le prrogenie del demonio,” spiegò uno dei calvinisti. “Siamo stati costrretti a eliminarrle dalla nostrra terrra.”
Guardandomi con diffidenza, come se avesse il sospetto che anch’io fossi una specie di bestiame immorale, sua moglie annuì con veemenza: “Abbiamo purrrgato la contea sia di pecorrre che di inglesi. A proposito di stranierrri, lei da che parrrte dell’Irrrlanda viene?”
“Dell’Irlanda? Ma io sono di Liv…” Il piedino che mi arrivò sotto il tavolo fu accompagnato da una scrollata quasi impercettibile della testa da parte della ragazza. “Di Li…Li…Li…Limerick.”
Cazzo, pensai, spero che adesso non mi chiedano altro in merito. I verbi “eliminarre” e “purrrgarrre” cominciavano a fare un brutto eco nella mia testa.
“Portagli un piatto di huggis,” disse la ragazza al cameriere, alzandosi. Mi sorrise e, prima che io riuscissi a raccogliere i pochi frammenti di ragione che non mi si erano sciolti, mi prese la mano. “Viene con me,” sussurrò. “Ti faccio vedere da dove viene l’huggis.”
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