E’ successo. Ci ho combattuto per anni ma in questi giorni ho dovuto finalmente arrendermi e accettare la mia vera vocazione: da domani non scriverò più, non insegnerò più, non tradurrò più; a mezzanotte divento cento per cento businessman.
A dire il vero, è da tempo che ci stavo pensando. L’idea risale a circa due anni fa, quando mio fratello Sei mi ha raccontato di aver ricevuto, dagli altri broker del suo ufficio, 1.200 euro come pagamento per essere riuscito a mangiare 7 Big Mac in un’ora. Mi spiego meglio. Non è che io voglia prendere inspirazione da McDonalds; ci sarò andato tre volte in vita mia, in due occasioni su insistenza della mia vescica* e poi la mattina dopo di aver visto quel film in cui Michael Douglas, arrivato alla cassa del Fast Food un minuto oltre la scadenza per il Breakfast, deve ricorrere alla mitragliatrice per farsi dare un Egg McMuffin. Io non ero munito di armi da fuoco e quindi non sono riuscito ad esercitare la stessa influenza del marito di Catherine Zeta Jones (how the fuck did that happen?) sulle procedure di vendita, ma ho comunque imparato due lezioni importanti: 1) non esiste emetico più efficace del profumo di fritto sottilmente miscelato al polistirene; 2) la gente è disposta a dare soldi in cambio di prodotti** o, come nel caso di mio fratello, di servizi assolutamente impensabili.
E’ da quest’ultima scoperta che è nata l’idea per la mia nuova attività commerciale, Vacanze Incubo. La premessa è semplice: tornati dalle vacanze, ormai tutti raccontano le stesse cose (Bellissimo!...Gente favolosa!...Ci dovresti andare!...Non volevamo più tornare!...Abbiamo scoperto un piccolo ristorante davvero caratteristico!...La regina mi ha fatto un pompino...ecc, ecc.). I viaggi che organizzerà la mia agenzia, invece, daranno ai turisti la possibilità di riportare in patria dei racconti veramente avvincenti. Immaginate quanto saranno divertenti le serate con gli amici quando ci sarà da sentire aneddoti tipo: è’ stato solo quando hanno inghiottito l’ultimo dei bambini che ci siamo accorti che erano cannibali; ho mangiato delle schifezze in altri posti ma il cibo nell’ospedale dove alloggiavamo era da spavento; il campeggio era indecente: questi profughi non si preoccupano minimamente della figura che fanno.
Oggi sono lieto di proporvi in anteprima le offerte per l’anno venturo:
- Club 18-30: un’occasione unica per vivere le emozioni della vita al fresco. Ogni partecipante sarà ospitato da un carcerato che sta scontando una condanna tra i 18 e i 30 anni di reclusione. Attività disponibili: corsi pratici di “cuisine prisonnière” e di “tunnelling”; spaccamento di rocce, con istruttore qualificato; corsi di preparazione per il CCS (Certificato di Contrabbandiere Superiore). Pasti e bevande tutti compresi. Supplemento cella singola.
- Crociera Acque del Paradiso. Dopo un giro delle incantevoli piattaforme di petrolio sul Mar Caspio, scoprite i paesaggi incontaminati del Kazakistan, sorseggiate il famoso Cocktail Baku (vodka, vodka, grezzo e vodka) sulle coste soleggiate di Azerbaigian e abbronzatevi durante la visita guidata di un impianto nucleare iraniano. Partenze a novembre, dicembre, gennaio e febbraio.
- Natale con i Talebani. Scambiate i regali quest’anno con una famiglia di fanatici barbuti e godetevi i sapori tradizionali di zuppa di pietra e blasfemo al forno. Il giorno di Capodanno non mancate alla Festa Nazionale dell’Eliminazione dei Beni Culturali, quando avrete la possibilità di distruggere statue, opere d’arte, palazzi d’epoca, ecc. A tutti i partecipanti verrà regalato un kalashnikov come souvenir.
Affrettatevi a prenotare. I posti sono limitati e il mio telefono sta già squillando.
* a proposito, quando da businessman passerò a fare il consulente, proporrò alla catena di dedicarsi a quello che fa meglio: l’offerta di cessi semi-decenti.
** già che ci siamo, qualcuno mi sa spiegare da che parte del pollo escono quei “nuggets”?
Thursday, 25 September 2008
Monday, 15 September 2008
Capello più bello con birra cinese
Mercoledì scorso ho ricevuto un invito a casa di un amico mio che era riuscito ad accedere via internet ad un canale cinese che dava in diretta la partita Croatia-Inghilterra. Non ho accettato subito. Di solito, guardare una partita della nazionale inglese è appassionante quanto guardare della vernice mentre si asciuga, con la differenza che dalla vernice generalmente hai risultati più entusiasmanti. In più, i croati ci avevano battuti due volte nel girone di qualifica per gli ultimi campionati europei, e c’era anche da tener conto del fatto che cinque giorni prima, tra le montagne di Andorra, i nostri eroi miliardari avevano faticato a vincere contro nove dilettanti, un pastore zoppo e una scimmia che aveva imparato a giocare a pallone in un circo pirenaico. Le premesse, insomma, non erano buone. Comunque, spinto in parte da un senso di dovere – la sofferenza per la patria ci tocca a tutti, no? – e in parte da un desiderio di sentire come si dice in cinese “gol”, “fuori gioco” e “Come cazzo fanno a mettere quello in porta?”, mi sono recato al lato sud di Madonnella Village, dove abita Ian.
I primi minuti del match non offrono sorprese: noi non creiamo occasioni da gol, gli avversari menano i nostri centrocampisti con un savoir-faire squisitamente balcanico, e della telecronaca cinese non si capisce assolutamente una minchia. Finite le prime bottiglie di Peroni Gran Riserva - ormai, in onore di Fabio Capello, gli inglesi bevono solo birra italiana durante le partite della nazionale - mi avventuro in cucina in cerca di rifornimenti. Perdo un pò di tempo a salutare i salumi eccezionali che mi accolgono quando apro il frigo, prendo le bottiglie e torno dallo schermo. Gesù! Non riesco a credere ai miei occhi: l’Inghilterra sta vincendo tre (nel senso letterale della parola) a zero, i cronisti cinesi si stanno avvicinando ad orgasmi dolorosi e Ian è steso immobile per terra, svenuto per lo shock. Si riprende momentaneamente quando la Croatia segna il gol della bandiera, ma poi, mentre i giocatori inglesi passano la palla fra di loro con disinvoltura – proprio come se fossero stranieri – e segnano un quarto e un quinto gol*, gli viene la tachicardìa e sono costretto a chiamare il medico. Quest’ultimo arriva al momento del fischio finale quando Capello, a torso nudo, sta già cantando “Rule Britannia” a squarciagola.
Abbassando il volume, il Dottore ci spiega che non bisogna mai mischiare la tv cinese con la Peroni Gran Riserva: il cervello umano non è in grado di reggere certe cocktail. Prescrive a Ian due settimane di Dregher** e Italia 1 e ci assicura che l’Inghilterra si rimetterà presto a fare schifo come prima. Non vi dico che sollievo!
* saggiamente annullato dall’arbitro per motivi di salute pubblica
** lo so, ma è così che l’ha detto
I primi minuti del match non offrono sorprese: noi non creiamo occasioni da gol, gli avversari menano i nostri centrocampisti con un savoir-faire squisitamente balcanico, e della telecronaca cinese non si capisce assolutamente una minchia. Finite le prime bottiglie di Peroni Gran Riserva - ormai, in onore di Fabio Capello, gli inglesi bevono solo birra italiana durante le partite della nazionale - mi avventuro in cucina in cerca di rifornimenti. Perdo un pò di tempo a salutare i salumi eccezionali che mi accolgono quando apro il frigo, prendo le bottiglie e torno dallo schermo. Gesù! Non riesco a credere ai miei occhi: l’Inghilterra sta vincendo tre (nel senso letterale della parola) a zero, i cronisti cinesi si stanno avvicinando ad orgasmi dolorosi e Ian è steso immobile per terra, svenuto per lo shock. Si riprende momentaneamente quando la Croatia segna il gol della bandiera, ma poi, mentre i giocatori inglesi passano la palla fra di loro con disinvoltura – proprio come se fossero stranieri – e segnano un quarto e un quinto gol*, gli viene la tachicardìa e sono costretto a chiamare il medico. Quest’ultimo arriva al momento del fischio finale quando Capello, a torso nudo, sta già cantando “Rule Britannia” a squarciagola.
Abbassando il volume, il Dottore ci spiega che non bisogna mai mischiare la tv cinese con la Peroni Gran Riserva: il cervello umano non è in grado di reggere certe cocktail. Prescrive a Ian due settimane di Dregher** e Italia 1 e ci assicura che l’Inghilterra si rimetterà presto a fare schifo come prima. Non vi dico che sollievo!
* saggiamente annullato dall’arbitro per motivi di salute pubblica
** lo so, ma è così che l’ha detto
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Thursday, 4 September 2008
Addio al Gelibato
Qualche giorno fa ho letto sulla famosa rivista parigina Qu'est-ce qu'on est Supérieure! che ogni anno in Inghilterra più di tre milioni di persone vengono uccise da parenti. E' vero che i francesi tendono ad esagerare i difetti delle altre nazioni quasi quanto ricorrono all'iperbole per parlare delle proprie qualità - se non sbaglio, alle Olimpiade di Beijing i nostri amici gallici hanno vinto medaglie d’oro sia per il Lancio della Critica sia per il Vanto in Alto - ma è anche innegabile che spesso i parenti (e forse non solo quelli inglesi) meriterebbero di essere eliminati.
Prendiamo il caso di Parente X (per rispetto della privacy e per non regalare troppe prove alla polizia nel caso di eventuali arresti, accuse, processi, ecc., preferisco non rivelare il suo vero nome). Fra tre settimane X si sposa, il che è significativo non perché costituisce in sé motivo di omicidio* ma perché necessita l'organizzazione di uno Stag Night**.
La parola chiave qui è “organizzazione”. Certo, progettare uno sbronzo collettivo non richiede l’assistenza di astrofisici o l’uso dei software della NASA, ma comunque un minimo di previdenza ci vuole. C’è anche da dire che di recente il compito di chiunque organizzi questi eventi si è complicato grazie all’evoluzione degli Stag Night in Stag Weekends o addirittura in Stag Weeks. Di conseguenza, bisogna prevedere attività sportive (golf, paracadutismo, caccia allo scozzese) per riempire quelle poche ore ogni giorno in cui lo Stag e i suoi compagni non si stanno o riprendendo dagli eccessi della notte prima o preparando per i baccanali della sera a venire. Rimane il fatto che si tratta di un livello di organizzazione che non dovrebbe rappresentare una sfida particolarmente difficile per un essere umano ancora in possesso di qualche facoltà mentale. O così avrei immaginato.
Tutto inizia bene. All’aeroporto di Ginevra ci aspetta un pullman di lusso guidato da un autista simpatico e gentile. Mentre ci avviciniamo ai paesaggi spettacolari intorno a Monte Bianco, beviamo lo champagne e, ridendo, discutiamo sulla potenziale letalità del rafting previsto per l’indomani. Tutti sono entusiasti, ad eccezione di un mio cugino, insolitamente pallido e silenzioso, che conosce bene il fiume. Il pullman comincia a salire. Davanti a noi la strada diventa implausibilmente ripida e ad un certo punto, mentre stiamo per precipitare in un abisso, intravedo dei pinguini tremanti che battono i denti e si stringono insieme sotto gli alberi.
Dopo alcune ore di salita arriviamo all’albergo, una struttura spartana di nome Le Dernier Refuge, dove siamo accolti da un personaggio che ricorda un modello di homo erectus nel Natural History Museum di Londra. Dai versi che emette questa figura, si capisce che dormiremo per terra e che c’è a disposizione un frigorifero per tenere calde le bevande. Sembra che non ci siano ristoranti nei pressi ma Erectus ci può fornire coltellini se vogliamo procurare della carne di orso polare dal ghiacciaio lì accanto. Non è chiaro se si tratti di tagliare bistecche dal cadavere di un animale già defunto o se da questi parti cenare sia una forma di Extreme Sport.
X si frega le mani per la contentezza. “Bello, eh, ragazzi? Che posto genuino! Beh, vogliamo uscire subito o ci prendiamo mezz’ora per rimetterci in sesto?”
C’è un silenzio glaciale.
* almeno per quanto mi riguarda, ma questo può dipendere dal fatto che non sono sposato.
** Così viene denominato in inglese l'Addio al celibato. Letteralmente il termine significa "Notte del Cervo". Deriva dal fatto che prima di accoppiarsi definitivamente, il cervo, insieme agli altri maschi del gregge, fa il giro di tutti gli abbeveratoi della foresta in cerca di cerve assetate di sesso e non trovandone finisce per ubriacarsi a ciuccio.
Prendiamo il caso di Parente X (per rispetto della privacy e per non regalare troppe prove alla polizia nel caso di eventuali arresti, accuse, processi, ecc., preferisco non rivelare il suo vero nome). Fra tre settimane X si sposa, il che è significativo non perché costituisce in sé motivo di omicidio* ma perché necessita l'organizzazione di uno Stag Night**.
La parola chiave qui è “organizzazione”. Certo, progettare uno sbronzo collettivo non richiede l’assistenza di astrofisici o l’uso dei software della NASA, ma comunque un minimo di previdenza ci vuole. C’è anche da dire che di recente il compito di chiunque organizzi questi eventi si è complicato grazie all’evoluzione degli Stag Night in Stag Weekends o addirittura in Stag Weeks. Di conseguenza, bisogna prevedere attività sportive (golf, paracadutismo, caccia allo scozzese) per riempire quelle poche ore ogni giorno in cui lo Stag e i suoi compagni non si stanno o riprendendo dagli eccessi della notte prima o preparando per i baccanali della sera a venire. Rimane il fatto che si tratta di un livello di organizzazione che non dovrebbe rappresentare una sfida particolarmente difficile per un essere umano ancora in possesso di qualche facoltà mentale. O così avrei immaginato.
Tutto inizia bene. All’aeroporto di Ginevra ci aspetta un pullman di lusso guidato da un autista simpatico e gentile. Mentre ci avviciniamo ai paesaggi spettacolari intorno a Monte Bianco, beviamo lo champagne e, ridendo, discutiamo sulla potenziale letalità del rafting previsto per l’indomani. Tutti sono entusiasti, ad eccezione di un mio cugino, insolitamente pallido e silenzioso, che conosce bene il fiume. Il pullman comincia a salire. Davanti a noi la strada diventa implausibilmente ripida e ad un certo punto, mentre stiamo per precipitare in un abisso, intravedo dei pinguini tremanti che battono i denti e si stringono insieme sotto gli alberi.
Dopo alcune ore di salita arriviamo all’albergo, una struttura spartana di nome Le Dernier Refuge, dove siamo accolti da un personaggio che ricorda un modello di homo erectus nel Natural History Museum di Londra. Dai versi che emette questa figura, si capisce che dormiremo per terra e che c’è a disposizione un frigorifero per tenere calde le bevande. Sembra che non ci siano ristoranti nei pressi ma Erectus ci può fornire coltellini se vogliamo procurare della carne di orso polare dal ghiacciaio lì accanto. Non è chiaro se si tratti di tagliare bistecche dal cadavere di un animale già defunto o se da questi parti cenare sia una forma di Extreme Sport.
X si frega le mani per la contentezza. “Bello, eh, ragazzi? Che posto genuino! Beh, vogliamo uscire subito o ci prendiamo mezz’ora per rimetterci in sesto?”
C’è un silenzio glaciale.
* almeno per quanto mi riguarda, ma questo può dipendere dal fatto che non sono sposato.
** Così viene denominato in inglese l'Addio al celibato. Letteralmente il termine significa "Notte del Cervo". Deriva dal fatto che prima di accoppiarsi definitivamente, il cervo, insieme agli altri maschi del gregge, fa il giro di tutti gli abbeveratoi della foresta in cerca di cerve assetate di sesso e non trovandone finisce per ubriacarsi a ciuccio.
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