Tuesday, 25 August 2009
Lost in New Mexico
È tutta colpa di Hopper. Ma, forse non tutta: a dire il vero, l’ultima volta che ho viaggiato negli Stati Uniti ho giurato che non avrei mai più messo piede in un bus Greyhound. Questa promessa a me stesso dipendeva non tanto dal fatto che gia’ pensavo a quanto piu’ comodo e’ il treno, quanto alla pistola e le siringhe che sporgevano discretamente dalla borsa firmata (“Swag”) del signore che era salito a bordo a Death City, New Mexico e si era seduto ringhiando accanto a me. Ho resistito per quattro ore e quarantasette minuti al suo profumo – una miscela sottile di sudore antico e rabbia con il mondo appena contenuta – e poi per la disperazione sono sceso alla prima fermata utile: Shit Hole, Arizona. Nel giro di tre secondi, qualsiasi dubbio che io potessi avere riguardante l’etimologia del nome di questo paese è stato sciolto: il posto consisteva in una sola strada, tre ubriachoni sdraiati per terra e un cane che stava cacando con determinazione davanti all’Hotel Hole Central. Per mesi dopo, la frase “MAI PIÙ” rimbalzava nella mia testa come una palla da squash impazzita in un videogame interminabile, ed è per questo che adesso mi trovo in treno così comodo che sto per addormentarmi mentre scrivo. Per questo e anche per Hopper. Buonanotte...
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Friday, 14 August 2009
Yogi and Boo Boo are Coming to Get You
Inizia con la vecchietta che sale sul treno a East Glacier. Ha l'aspetto e l'odore di chi ha recentemente lottato con un animale in uno stato di decomposizione avanzata.
"Where you headed?" mi chiede.
"West Glacier - the National Park," rispondo, cercando di non inspirare troppo profondamente.
"Hmmm...You hear about the jogger who got mauled there last week?"
"Mauled?"
"Maul" è un verbo molto poco rassicurante. Viene spessissimo usato insieme alla locuzione "to death", e non è coincidenza che non abbia mai come soggetto animali tipo agnelli, pesciolini rossi o scoiattoli. E’ una parola che evoca immagini di bestie furibonde impegnate a dilaniare la loro prede prima di divorarla. Fa pensare soprattutto a leoni, a tigri o ad orsi* incazzati, e tutto sommato preferirei che non apparisse mai in qualsiasi frase contenente il mio nome.
La vecchietta sta già parlando di un altro tipo che, pochi giorni prima del jogger, è stato “seriously mauled” da un orso Grizzly.
“Seriously mauled?” Quindi c’è un grado di sbranamento superiore al già molto poco desiderabile “mauled”...
“Yeah, you should have seen the pictures of the guy’s face. Like something out of a horror film. The bears are very active at the moment – there aren’t many huckleberries around.”
“I see...” E se questi orsi molto attivi vedono in me un’alternativa appetibile alle bacche? Mi sto alzando per andare a cercare il controllore – forse riesco a cambiare il biglietto per poter proseguire fino a Seattle – quando il treno si rallenta e arriva un annuncio.
“West Glacier! We are now arriving at West Glacier Station! Any passengers leaving the train here…” Il controllore ridacchia tra se e se. “…any passengers leaving the train here should make sure they have all their belongings and their bear rifles with them. Have a nice day!”
Mi faccio coraggio e scendo. Il posto è stupendo: c’è la foresta e la montagna tutt’intorno, l’aria è pulitissima e il tramonto sembra un quadro. Non scende nessun’altro.
Il treno riparte e mi guardo intorno. Non intravedo nessun segno di vita umana, neanche della tipa dell’hotel, che aveva promessa di venire a prendermi; vedo solo delle ombre turbanti vicino agli alberi oltre il binario, e – con una certa alacrità – mi avvicino alla porta della stazione. I cardini cigolano come se appartenessero all’enorme cancello arrugginito davanti ad una casa infestata in un episodio di Scooby-Doo, ma entro lo stesso.
Dentro non è più una stazione, anche se ci sono ancora le casse della vecchia biglietteria, protette da sbarre di ferro. Protette da cosa??!!....nella mia mente sopprimo immagini di giornali con titoli enormi: BRITISH TRAVELLER MAULED IN STATION – THREE BEARS ARRESTED. Tutta la zona antistante le casse, che sicuramente una volta faceva da sala d’attesa, è adesso piena di scaffali riempiti di libri. Prendo un volume a caso. Si chiama Bear Aware – How to Reduce Your Chances of Being Mauled; è lunga 126 pagine ed è terrificante. Prendo un altro, Bear Encounters – Survivor Statistics. E un altro: Yogi’s Not for Cuddling. Mi metto a contare i libri sugli orsi. Mentre, nel 73esimo, sto leggendo di un cacciatore che è stato mangiato a metà da un orso nero, all’improvviso dietro di me sento “GRRRRR!!!”
Velocissimo, tenendo il libro come scudo, mi giro. Davanti a me trovo una donna sorridente.
“You must be Paul,” dice. “The bears didn’t get you yet, then? Come on. The car’s outside.”
*forse non ai koala
"Where you headed?" mi chiede.
"West Glacier - the National Park," rispondo, cercando di non inspirare troppo profondamente.
"Hmmm...You hear about the jogger who got mauled there last week?"
"Mauled?"
"Maul" è un verbo molto poco rassicurante. Viene spessissimo usato insieme alla locuzione "to death", e non è coincidenza che non abbia mai come soggetto animali tipo agnelli, pesciolini rossi o scoiattoli. E’ una parola che evoca immagini di bestie furibonde impegnate a dilaniare la loro prede prima di divorarla. Fa pensare soprattutto a leoni, a tigri o ad orsi* incazzati, e tutto sommato preferirei che non apparisse mai in qualsiasi frase contenente il mio nome.
La vecchietta sta già parlando di un altro tipo che, pochi giorni prima del jogger, è stato “seriously mauled” da un orso Grizzly.
“Seriously mauled?” Quindi c’è un grado di sbranamento superiore al già molto poco desiderabile “mauled”...
“Yeah, you should have seen the pictures of the guy’s face. Like something out of a horror film. The bears are very active at the moment – there aren’t many huckleberries around.”
“I see...” E se questi orsi molto attivi vedono in me un’alternativa appetibile alle bacche? Mi sto alzando per andare a cercare il controllore – forse riesco a cambiare il biglietto per poter proseguire fino a Seattle – quando il treno si rallenta e arriva un annuncio.
“West Glacier! We are now arriving at West Glacier Station! Any passengers leaving the train here…” Il controllore ridacchia tra se e se. “…any passengers leaving the train here should make sure they have all their belongings and their bear rifles with them. Have a nice day!”
Mi faccio coraggio e scendo. Il posto è stupendo: c’è la foresta e la montagna tutt’intorno, l’aria è pulitissima e il tramonto sembra un quadro. Non scende nessun’altro.
Il treno riparte e mi guardo intorno. Non intravedo nessun segno di vita umana, neanche della tipa dell’hotel, che aveva promessa di venire a prendermi; vedo solo delle ombre turbanti vicino agli alberi oltre il binario, e – con una certa alacrità – mi avvicino alla porta della stazione. I cardini cigolano come se appartenessero all’enorme cancello arrugginito davanti ad una casa infestata in un episodio di Scooby-Doo, ma entro lo stesso.
Dentro non è più una stazione, anche se ci sono ancora le casse della vecchia biglietteria, protette da sbarre di ferro. Protette da cosa??!!....nella mia mente sopprimo immagini di giornali con titoli enormi: BRITISH TRAVELLER MAULED IN STATION – THREE BEARS ARRESTED. Tutta la zona antistante le casse, che sicuramente una volta faceva da sala d’attesa, è adesso piena di scaffali riempiti di libri. Prendo un volume a caso. Si chiama Bear Aware – How to Reduce Your Chances of Being Mauled; è lunga 126 pagine ed è terrificante. Prendo un altro, Bear Encounters – Survivor Statistics. E un altro: Yogi’s Not for Cuddling. Mi metto a contare i libri sugli orsi. Mentre, nel 73esimo, sto leggendo di un cacciatore che è stato mangiato a metà da un orso nero, all’improvviso dietro di me sento “GRRRRR!!!”
Velocissimo, tenendo il libro come scudo, mi giro. Davanti a me trovo una donna sorridente.
“You must be Paul,” dice. “The bears didn’t get you yet, then? Come on. The car’s outside.”
*forse non ai koala
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