Inizia con la vecchietta che sale sul treno a East Glacier. Ha l'aspetto e l'odore di chi ha recentemente lottato con un animale in uno stato di decomposizione avanzata.
"Where you headed?" mi chiede.
"West Glacier - the National Park," rispondo, cercando di non inspirare troppo profondamente.
"Hmmm...You hear about the jogger who got mauled there last week?"
"
Mauled?"
"Maul" è un verbo molto poco rassicurante. Viene spessissimo usato insieme alla locuzione "to death", e non è coincidenza che non abbia mai come soggetto animali tipo agnelli, pesciolini rossi o scoiattoli. E’ una parola che evoca immagini di bestie furibonde impegnate a dilaniare la loro prede prima di divorarla. Fa pensare soprattutto a leoni, a tigri o ad orsi* incazzati, e tutto sommato preferirei che non apparisse mai in qualsiasi frase contenente il mio nome.
La vecchietta sta già parlando di un altro tipo che, pochi giorni prima del jogger, è stato “seriously mauled” da un orso Grizzly.
“
Seriously mauled?” Quindi c’è un grado di sbranamento superiore al già molto poco desiderabile “mauled”...
“Yeah, you should have seen the pictures of the guy’s face. Like something out of a horror film. The bears are very active at the moment – there aren’t many huckleberries around.”
“I see...” E se questi orsi molto attivi vedono in me un’alternativa appetibile alle bacche? Mi sto alzando per andare a cercare il controllore – forse riesco a cambiare il biglietto per poter proseguire fino a Seattle – quando il treno si rallenta e arriva un annuncio.
“West Glacier! We are now arriving at West Glacier Station! Any passengers leaving the train here…” Il controllore ridacchia tra se e se. “…any passengers leaving the train here should make sure they have all their belongings and their bear rifles with them. Have a nice day!”
Mi faccio coraggio e scendo. Il posto è stupendo: c’è la foresta e la montagna tutt’intorno, l’aria è pulitissima e il tramonto sembra un quadro. Non scende nessun’altro.
Il treno riparte e mi guardo intorno. Non intravedo nessun segno di vita umana, neanche della tipa dell’hotel, che aveva promessa di venire a prendermi; vedo solo delle ombre turbanti vicino agli alberi oltre il binario, e – con una certa alacrità – mi avvicino alla porta della stazione. I cardini cigolano come se appartenessero all’enorme cancello arrugginito davanti ad una casa infestata in un episodio di
Scooby-Doo, ma entro lo stesso.
Dentro non è più una stazione, anche se ci sono ancora le casse della vecchia biglietteria, protette da sbarre di ferro. Protette da cosa??!!....nella mia mente sopprimo immagini di giornali con titoli enormi: BRITISH TRAVELLER MAULED IN STATION – THREE BEARS ARRESTED. Tutta la zona antistante le casse, che sicuramente una volta faceva da sala d’attesa, è adesso piena di scaffali riempiti di libri. Prendo un volume a caso. Si chiama
Bear Aware – How to Reduce Your Chances of Being Mauled; è lunga 126 pagine ed è terrificante. Prendo un altro,
Bear Encounters – Survivor Statistics. E un altro:
Yogi’s Not for Cuddling. Mi metto a contare i libri sugli orsi. Mentre, nel 73esimo, sto leggendo di un cacciatore che è stato mangiato a metà da un orso nero, all’improvviso dietro di me sento “GRRRRR!!!”
Velocissimo, tenendo il libro come scudo, mi giro. Davanti a me trovo una donna sorridente.
“You must be Paul,” dice. “The bears didn’t get you yet, then? Come on. The car’s outside.”
*forse non ai koala